L'arbor Tauriniensis, ovvero, come dice il nome, l'Albero Torinese, non è soltanto un albero dedicato alla città, ma è l'albero come rappresentazione della città stessa. Torino viene concepita come un essere vivente, una pianta che affonda nella terra delle sue origini e della sua storia per slanciarsi con i rami verso l'alto, verso il futuro.
Abbiamo voluto dare un significato forte alla domanda definitoria su cosa sia una città: la città è fatta dai suoi abitanti, quelli di ieri, che contribuirono a plasmarla nella forma che ha assunto e quelli di oggi, che la vivono e creano ogni giorno con il loro lavoro, le emozioni e le idee. La città, quindi, come un essere reale ed ideale allo stesso tempo. Un organismo vivo, che si evolve e muta: per questo motivo le foglie dell'albero sono libere di muoversi al vento, di comunicare, producendo suoni sfiorandosi. E proprio nelle foglie la tecnica di stampa inventata da Laviano e la pittura di Aste si fondono; su di esse, infatti, sono visibili una selezione di ritratti di persone “importanti”, in quanto parte della città.
E quindi personaggi famosi del passato come Pietro Micca, Carlo Alberto, Cavour, ma anche di oggi, come Arturo Brachetti, e poi cittadini “comuni” ma non meno speciali, come Dora Loiodice e Eunice B., una delle tante persone venute nella nostra città in cerca di un futuro migliore. Perché Torino non solo è di tutti, ma è tutti noi, tutti coloro che la vivono ogni giorno come casa o che l'hanno scelta come nuova “patria”, come luogo in cui creare la propria vita e, così facendo, contribuire alla sua crescita.
Andrea Aste & Leonardo Laviano
Abbiamo voluto dare un significato forte alla domanda definitoria su cosa sia una città: la città è fatta dai suoi abitanti, quelli di ieri, che contribuirono a plasmarla nella forma che ha assunto e quelli di oggi, che la vivono e creano ogni giorno con il loro lavoro, le emozioni e le idee. La città, quindi, come un essere reale ed ideale allo stesso tempo. Un organismo vivo, che si evolve e muta: per questo motivo le foglie dell'albero sono libere di muoversi al vento, di comunicare, producendo suoni sfiorandosi. E proprio nelle foglie la tecnica di stampa inventata da Laviano e la pittura di Aste si fondono; su di esse, infatti, sono visibili una selezione di ritratti di persone “importanti”, in quanto parte della città.
E quindi personaggi famosi del passato come Pietro Micca, Carlo Alberto, Cavour, ma anche di oggi, come Arturo Brachetti, e poi cittadini “comuni” ma non meno speciali, come Dora Loiodice e Eunice B., una delle tante persone venute nella nostra città in cerca di un futuro migliore. Perché Torino non solo è di tutti, ma è tutti noi, tutti coloro che la vivono ogni giorno come casa o che l'hanno scelta come nuova “patria”, come luogo in cui creare la propria vita e, così facendo, contribuire alla sua crescita.
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